Su PokerNews.IT puoi giocare solo se hai almeno 18 anni. Il gioco può causare dipendenza. Gioca responsabilmente.

Agenzia delle Dogane e dei Monopoli Agenzia delle Dogane e dei Monopoli 18+

Lo Strizzacervelli del Poker, Volume 9 – La Poker Psicologia, Parte 3

Lo Strizzacervelli del Poker, Volume 9 – La Poker Psicologia, Parte 3 0001

Nei due articoli precedenti, ho parlato dell'uso della psicologia nel poker. Tutti sappiamo che l'inganno è una gran parte del gioco. Chiunque al disopra del livello di abilità di amatore/fish sa anche che l'espressione di informazioni false agli avversari è una funzione del gioco. Ma sappiamo anche che la conoscenza di un gesto falso non è esattamente un segreto. Con questo entriamo nel regno di ciò che spesso è denominato la psicologia al contrario.

La psicologia al contrario è il termine che descrive il processo in cui una certa linea di condotta induce qualcuno a fare l'opposto. (Wikipedia.com)

Ciò è precisamente quello che facciamo quando ci esprimiamo con gesti falsi. Anticipiamo i giocatori al tavolo, chi sarà abbastanza abile da osservare i gesti, vedrà i nostri segnali falsi e interpreterà in modo errato la nostra mano. Effettivamente certi giochi li facciamo durante mani non molto grosse per indurre i giocatori a credere che giochiamo in un determinato modo, nella speranza di usare successivamente le informazioni false emanate per

vincere una grossa mano.

Entrambi questi aspetti di un solido repertorio del poker entrano nella categoria della psicologia al contrario. Vediamo un esempio di ciascuno; prima conducete un falso gioco per innestare negli altri un'immagine del vostro gioco che invertirete successivamente.

La scorsa notte stavo giocando ad un $4/$8 al Gold strike a Tunica,

quando un giocatore di mia conoscenza si sedette alla mia destra. Lo

conoscevo perché lo avevo visto vincere "un braccialetto" e andare giù pesante in parecchi altri eventi importanti. Dunque ero molto sorpreso che lui stesse prendendo posto ad $4/$8, ma disse chiaramente che stava giusto ammazzando il tempo mentre aspettava che si aprisse un posto al NL.

Giocò le prime sei mani distribui, ne perse cinque, ne vinse una con un enorme suckout e mostrò le sue carte in tutte e sei le occasioni. Quindi ha tirato un po' i freni ed in poche mani si è portato a $350. Tutti al tavolo (tranne me, poiché lo avevo visto vincere il braccialetto), ma proprio tutti, puntavano ogni volta e vedevano sempre le sue chips. Quando il gioco finì ed io

ottenni di far passare nove persone al mio rilancio 3X con KK;; si avvicinò e disse:

"Sai, se butti trenta o quaranta dollari all'inizio, tutti i ragazzi vedranno sepre anche un pocket K."

Un esempio semplice e perfetto di psicologia al contrario. Mostrare uno stile di gioco che non è il vostro e mostrarlo proprio quando tutti osservano il nuovo tipo al tavolo. Queste osservazioni iniziali tendono a permanere a lungo, anche dopo che avete cambiato il vostro gioco.

Un altro uso della psicologia al contrario è un po' più complicato se non più sottile. In questo esempio fate un gesto che la maggior parte dei giocatori al tavolo riconosceranno, ma che voi fate in una situazione opposta a quella normalmente prevista. Un esempio facile: la maggior parte di noi sa che quando un giocatore guarda il flop e immediatamente distoglie lo sguardo, significa che il flop gli è stato favorevole. I giocatori istintivamente distolgono lo sguardo perché percepiscono che fissare un flop significa far trapelare che è buono. Così, se distogli rapidamente lo sguardo dal flop, alcuni giocatori penseranno che „avete chiuso il punto grosso".

Vediamo adesso il grande problema legato alla psicologia al contrario. Se gli altri giocatori se ne intendono di gesti falsi possono capire che state usando la psicologia al contrario; e possono così interpretare che siete forte quando state segnalando in modo volontario di essere debole perché pensano che siete dei giocatori abbastanza in gamba per fare dei gesti falsi. Così pensano che voi pensiate che loro pensino che voi pensereste ciò se solo loro pensassero che......

Ma è così semplice. Tutto quelle che devo fare è dedurre da ciò che

conosco di te: sei il genere di persona che metterebbe il veleno nel proprio calice o in quello del nemico? Ora, un uomo intelligente metterebbe il veleno nel proprio calice, perché saprebbe che soltanto uno stupido prenderebbe ciò che gli è stato dato. Non sono così tanto stupido, così ovviamente non berrò dal tuo calice. Ma tu dovevi sapere che non ero uno stupido e avresti contato su questo, dunque non berrò dal mio calice.

Nessuno ha detto che sarebbe stato facile. La settimana prossima ancora qualche parola conclusiva sulla psicologia, sulla psicologia al contrario e il poker.

SCOPRI DI PIÙ

Altri Articoli