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Le dichiarazioni pubbliche di KGC e PPA conseguenti agli esposti di '60 Minutes' e del Washington Post

Le dichiarazioni pubbliche di KGC e PPA conseguenti agli esposti di '60 Minutes' e del Washington Post 0001

Dopo i tanto attesi lavori di "60 Minutes" ed i due articoli del Washington Post riguardanti gli scandali per truffa nel poker online di Absolute Poker ed UltimateBet, sia la Kahnawake Gaming Commission (KGC) che la Poker Players Alliance (PPA) hanno rilasciato dichiarazioni pubbliche sull'argomento.



La dichiarazione di Kahnawake si concentra principalmente sul servizio di 13 minuti di Domenica sera su "60 Minutes," affermando che molti elementi chiave come esposti nel sevizio erano incorretti o, a causa di omissione di elementi importanti, sono state tratte conclusioni errate riportate agli ascoltatori. Il testo completo della dichiarazione di lunedì della KGC:



La Kahnawá:ke Gaming Commission ("KGC") ed i suoi agenti, dopo aver visto il documentario della CBS intitolato "The Cheaters (I truffatori)",fa presenti i seguenti chiarimenti ed informazioni che,nonostante siano state fornite ai produttori dello show, sono state omesse dalla trama.



1. La truffa di Ultimate Bet ("UB") è iniziata quando UB era posseduta e gestita dalla Excapsa (una società pubblica il cui Consiglio Direttivo includeva molti altri profili Canadesi). Attraverso una dichiarazione di intenti portata a termine nel Novembre del 2008, Excapsa ha accettato di pagare la Tokwiro ENRG US $15,000,000. [Note dell'autore: Tra i 224 azionari della Excapsa, molti dei quali sono stati identificati durante l'atto di liquidazione della società, c'erano David Peterson e Norman Inkster. Peterson è il Premier del Partito Liberale della provincia canadese dell'Ontario che un tempo era presidente non esecutivo della Excapsa, ed Inkster era presidente della Royal Canadian Mounted Police (Polizia Canadese). Entrambi avevano un ruoli pubblici nella Excapsa e sono stati identificati con la società prima che fosse venduta alla Tokwiro ENRG nel 2006.] 



2. Tutti i giocatori che in qualche modo sono stati danneggiati dalla truffa (sia di AP che di UB) sono stati interamente rimborsati. Nel caso di UB, questi rimborsi ammontavano ad oltre $20,000,000. Il rimborso dei giocatori di UB è stato compiuto qualche giorno dopo la dichiarazione della Excapsa. LA KGC ha giocato un ruolo chiave nel facilitare e monitorare i rimborsi. 



3. La KGC ed i suoi agenti hanno controllato le operazioni ed i sistemi di AP e di UB ed hanno confermato che sono stati compiuti tutti i passi necessari per prevenire le truffe in futuro. Lo spostamento della piattaforma del software CEREUS è stata approvata e monitorata da vicino dalla KGC. 



4. Contrariamente alle accuse avanzate dalla storia di 60 Minutes, oltre alle significative multe imposte dai Regolamenti (per un totale di $2,000,000), la KGC ha intentato una causa penale contro almeno uno dei truffatori (Russ Hamilton) ed i suoi complici attraverso le autorità dettate dalla legge. Altre cause potrebbero seguire.



La dichiarazione della PPA, invece, ha utilizzato la trasmissione di "60 Minutes" come una occasione per rinnovare il richiamo all'attenzione sulle regole del poker online a livello federale.

La dichiarazione da parte del presidente della PPA Alfonse D'Amato ha visto citate tre diverse leggi (a cura dei Repubblicani Barney Frank e Robert Wexler e del Senatore Robert Menendez) che la PPA sostiene e che ci si aspetta siano discusse nel prossimo Congresso.

Il testo di D'Amato dichiara: 

I recenti scandali per truffa evidenziano la necessità per gli Stati Uniti di una regolamentazione del poker online per aiutare a proteggere i consumatori. Dato che finanche industrie più regolate sono suscettibili di frodi ed abusi, una regolamentazione fornirebbe sicurezza quando i consumatori se ne armano in caso di bisogno, e gli offensori saranno sanzionati. La continua carriera della proibizione del poker,d'altro canto,porterà soltanto questa industria sempre più in ordina.

Come ha puntualizzato il Washington Post, il proibizionismo rappresenta una profonda disconnessione tra la tecnologia del 21° secolo e le leggi del 20° secolo. 

La regolamentazione del poker in internet non rispecchia l'espansione delle scommesse in questo Paese. Che ci piaccia o no, il fenomeno del poker in internet non può essere sottovalutato. Il mercato Americano ha parlato.

C'è una fortissimo domanda per il poker in internet nessun governo ragionevole può o dovrebbe vietare le sfide tra adulti nei giochi di abilità su Internet. Al contrario, il governo dovrebbe smuoversi e esercitare un controllo regolatore su questo commercio "interstatale" multimiliardario, e raccoglierne i proventi—specialmente durante questa crisi economica del Paese. 

Il governo federale non può continuare a declinare questa responsabilità fondamentale verso milioni di cittadini che scelgono di giocare a poker su internet.

Il tentativo di imporre una proibizione diretta del poker online è profondamente danneggiante oltreche ineseguibile, ed invade le libertà personali di adulti ubbidienti alla legge che vogliono cimentarsi in un gioco di abilità. E come le storie di 60 Minutes e del Washington Post hanno riportato, espone anche i consumatori americani alle azioni rare ma senza scrupoli di chi approfitta della carenza di regolamentazioni di questo mercato da parte degli Stati Uniti. 

Ora più che mai il Congresso Americano ha bisogno di attivarsi e decretare una reale politica pubblica per ciò che concerne le scommesse online.

Seguiremo i lavori della nuova Amministrazione e del nuovo Congresso per avanzare soluzioni regolative come quelle presentare dai rappresentanti del 110° Congresso Barney Frank (H.R. 2046) e Robert Wexler (H.R. 2610) ed il Senatore Robert Menendez (S.3616).

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