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Poker & Cultura Pop: I Soprannomi delle Mani di Hold'em

Poker & Cultura Pop: I Soprannomi delle Mani di Hold'em 0001

Tra i tanti divertenti aspetti del poker, senza dubbio uno dei più interessanti è quello legato alle storie di gioco e alle discussioni di mani giocate. E proprio come ogni altro gioco o attività, il poker adotta un proprio vocabolario specifico o gergo talvolta assolutamente inventato. Inoltre, data la popolarità ed influenza del poker sulla cultura pop, questo vocabolario specifico entra a far parte della lingua comune come è accaduto per l'espressione "faccia da poker" o per il termine "bluff".

Accade però anche l'opposto ovvero che il linguaggio o eventi della cultura popolare influenzino il gergo del poker ed il modo in cui i giocatori raccontano le partite. Nella terminologia del poker si può probabilmente trovare la più alta concentrazione di lessico prodotto dall'influenza della cultura popolare soprattutto nei soprannomi utilizzati per designare le mani del Texas hold'em.

Se non si tiene conto delle differenze di seme (che infatti non hanno valore nel hold'em), ci sono sole 169 possibili combinazioni di starting hands composte da due carte nel Texas hold'em — 13 coppie, 78 mani di due carte non uguali ma di stesso seme e 78 mani di due carte non uguali e di seme diverso. Sembra che soprannomi siano stati inventati per praticamente tutte 169. Alcuni di questi nicknames sono generati da una semplice logica associativa basata sul riconoscimento di similitudini fisiche suggerite dalle figure sulle carte (ad esempio gli assi diventano rockets "razzi", i due diventano ducks "anatre", i tre crabs "granchi", i quattro sailboats "barche a vela" e così via). Altri soprannomi sono stati adottati in onore di eventi o persone che hanno fatto la storia del poker così come la mano 10-2 ora chiamata "Brunson" dopo che Texas Dolly è riuscito a vincere entrambi i suoi titoli al WSOP Main Event (nel 1976 e 1977) avendo in mano proprio queste due carte.

La maggior parte dei soprannomi deriva però dal mondo che sta al di la del tavolo da poker offrendo così un punto di osservazione privilegiato per comprendere i valori della cultura popolare contemporanea. Vi offriamo di seguito alcuni esempi organizzati per categoria:

Televisione e Film

La maggior parte delle storie del poker colloca l'emergere del Texas hold'em verso la fine del ventesimo secolo quando ha superato in popolarità lo stud. Non stupisce pertanto che molti dei soprannomi derivino da eventi occorsi nelle due ultime decadi del secolo passato.

I soprannomi di molte mani di hold'em hanno preso spunto da popolari attori televisivi e personaggi e alcuni riferimenti sono più ovvi di altri. A-A sarà talvolta chiamato "Alan Alda" (stella di una popolare serie televisiva degli anni ottanta intitolata "M*A*S*H") o T-J sarà chiamato "T.J. Hooker" (dopo la serie poliziesca famosa negli anni ottanta interpretata da William Shatner). Meno diretti sono riferimenti come quello per designare 10-4: "Broderick Crawford." Il soprannome deriva dal telefilm "Highway Patrol", che andava in onda negli anni cinquanta. Crawford indossava i panni del capitano di polizia Dan Matthews che frequentemente ripeteva "10-4" alla radio per indicare una risposta affermativa. La stessa mano, dopo la mania delle radio CB esplosa negli anni '70 è stata designata con termini quali "Trucker's Hand" o "CB Hand" per la stessa ragione.

Q-J è stato chiamato "Maverick" per un ritornello nella sigla della serie Tv che aveva per protagonista James Garner negli anni sessanta. Garner interpretava Bret Maverick, un Gambler del Vecchio West e la canzone lo descriveva come uno che viaggiava da "Natchez a New Orleans, vivendo di jacks e queens." K-J è diventata "Kojak" per influenza del poliziesco anni '70 interpretato da Telly Savalas, che era un giocatore di poker e partecipante occasionale alle WSOP. La serie anni sessanta dedicata agli agenti segreti e intitolata "Get Smart" ha offerto spunti per un paio di altri soprannomi per mani quali 8-6 chiamata "Maxwell Smart" (l'agente 86 appunto) e 9-9 chiamata "Barbara Feldon" (l'agente 99).

I pocket jacks sono stati chiamati "Kid Dyn-o-mite" sulla base dell'espressione preferita dall'attore Jimmie Walker che interpretava J.J. Nella serie anni settanta "Good Times". 3-9 è detto "Jack Benny," la popolare stella della TV anni 50 che per anni ha affermato di essere un trentanovenne.

Allo stesso modo, molti nicknames derivano dai grandi film. I pocket kings sono stati chiamati "King Kong" per ovvie ragioni. 7-6 è detto "Trombones" in onore della canzone "Seventy-six Trombones" del musical The Music Man uscito nel 1962. Il "Brunson" — 10-2 — è stato anche indicato come "Terminator 2," per il film di Arnold Schwarzenegger spesso pubblicizzato come "T2" nel 1991.

Q-T è detto "Quentin Tarantino" in onore del regista di Pulp Fiction. La coppia di quattro è soprannominata "Dirty Harry," in riferimento alla 44 Magnum portata da Clint Eastwood. Tra una (fortunatamente) ristretta cerchia di giocatori, il 4-4 è anche detto "Luke Skywalker" per il protagonista di Guerre stellari al quale si augura "may the fours be with you" (gioco di parole basato sulla pronuncia molto simile di "forza" e "quattro" in americano).

Sport e Intrattenimento

Anche il mondo dello sport ha offerto all'hold'em qualche buono spunto per i soprannomi delle mani specialmente per mezzo di riferimenti ai numeri sulle maglie dei giocatori o per i nomi di atleti particolarmente noti. Pertanto 9-9 è detto "Gretzky," in onore di Wayne Gretzky, che da molti è ritenuto il più grande giocatore di hockey di tutti i tempi e 2-3 "Michael Jordan," per il numero che contrassegnava il grande giocatore di basket. Inoltre 4-9 è talvolta indicato come "San Francisco," in riferimento alla squadra di football della città nota anche come 49ers.

A-K ha molti soprannomi anche se "Anna Kournikova" sembra essere quello preferito per il riferimento all'attraente giocatrice di tennis. Si possono portare anche altri esempi di bellezze al femminile che hanno offerto nomi a mani di poker. Dal mondo della moda arriva il soprannome "Twiggy" per il 2-9 dedicato alla magrissima modella degli anni '60, e quello per 4-4 detto "Diana Dors," per la modella britannica. 3-8 è detto "Raquel Welch," questa volta non per l'apparenza fisica ma per l'abitudine di mentire in merito alla propria età.

Altri nicknames provenienti dal mondo della moda includono quello per Q-Q detto "Hilton Sisters" in riferimento alle due modelle Nicole e Paris Hilton. Dal mondo della musica arriva il soprannome per J-5 detto "Jackson Five" e per 6-6 detto "Route 66" o "Kicks" in riferimento all'autostrada transcontinentale o alla famosa canzone.

Prodotti e Business

Molti soprannomi per le mani di hold'em derivano da prodotti particolarmente importanti nel mercato americano a testimonianza dell'influenza delle pubblicità su una società tutta protesa al consumo. Pertanto A-J diventa "Apple Jacks" o "Ajax," Q-T "Q-Tip," 5-7 "Heinz," K-K "Krispy Kreme," 3-A "Baskin Robbins" (produttore dei più famosi gelati) e A-A "American Airlines."

Alcune mani hanno preso il nome da particolari modelli di macchine quali Audi TT che ha dato ai pocket tens il nome di "Audi" o la Oldsmobile Ninety-Eight che ha dato a 9-8 il nome "Oldsmobile."

Letteratura

Ci sono infine alcuni soprannomi che derivano da fonti letterarie. Le figure (kings, queens, jacks) sono nate dal riferimento a membri della corte quindi non stupisce che i soprannomi derivino da famose coppie reali. Mentre K-Q si indica genericamente come "Matrimonio" o "Coppia Reale," Le coppie offsuit sono talvolta indicate come "Otello" in riferimento al matrimonio misto di Desdemona nella tragedia di Shakespeare. Allo stesso modo Q-J è stato chiamato "Edipo" con allusione all'Edipo Re di Sofocle nel quale Edipo (il "J" della coppia) uccide il padre e sposa la madre Jocasta (il "Q").

8-4 è detto il "Grande Fratello" in riferimento al dittatore del romanzo di George Orwell 1984. Infine J-K è detto "Harry Potter" in onore delle iniziali del suo autore J.K. Rowling.

Ci sono molti altri soprannomi per le mani di poker a significare la stretta relazione tra il gioco e i fenomeni culturali che lo circondano.

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