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Poker “Pro”fessioni

phil ivey

Chiunque sia arrivato al tavolo finale delle World Series of Poker o in quasi ogni altro torneo di alto profilo, ha dovuto compilare un modulo con la propria autobiografia. Oggigiorno sono molti coloro che parlano del poker come della propria professione ma io sono curiosa di sapere cosa sarebbero i pro se non fossero diventati poker pro. Ho scoperto che tra professionisti e giocatori amatoriali, molti provengono dalle stesse categorie di lavoratori e molti professionisti di poker continuano in queste professioni come alternativa agli investimenti nei tavoli da gioco.

Legge

Stando alla American Bar Association, nel 2007 hanno ottenuto la licenza da avvocato 1,143,358 negli USA. Gli avvocati sono o amati o odiati ma le doti che servono per diventare un avvocato possono essere impiegate con altrettanto profitto al tavolo da gioco. La pratica legale è in essenza una disputa coreografica o detto più semplicemente una discussione nella quale entrambe le parti cercano di ottenere ciò che vogliono limitando le perdite. Vi suona familiare il procedimento? Ovviamente lo è. Manovrare ai tavoli è praticamente una costante negoziazione con gli altri giocatori.

La natura machiavellica di alcuni avvocati suscita disprezzo nel mondo reale ma può essere una grande risorsa nel poker. In realtà sia il poker sia la legge ricompensano le persone che sono state in grado di vincere rivelando poco della loro reale posizione. Non dovrebbe quindi sorprendere che molti avvocati abbiano trovato un valido sbocco nel mondo del poker. Andy Bloch ad esempio è noto per avere praticamente ogni laurea in legge che si conosca. Vanessa Selbst ha continuato a lavorare al dottorato in legge a Yale. Ci sono addirittura libri che sbandierano le somiglianze. Scritto per avvocati di professione, Lawyer Poker: 52 Lessons Lawyers Can Learn from Card Players, di Steven Lubnet, analizza le verità del giocatore di poker medio per vedere come si applicano nella pratica legislativa.

Finanza

La carriera nel mondo della finanza è quella verso cui la maggior parte dei giocatori di poker interpellati si orienterebbero se dovessero lasciare il tavolo da gioco. Phil Ivey ha raccontato una volta di voler provare a lavorare come broker in borsa. Questo non dovrebbe sorprendere dato che una delle principali competenze necessarie nel poker è quella di rapportarsi con la gestione del rischio. Che la si abbellisca con la matematica o la psicologia, la gestione del rischio è la sostanza chiave in ogni giocatore di successo. In Ace on the River, Barry Greenstein per un po’ parla di se come qualcuno che gioca in borsa cosa che appunto fa anche nella realtà.

Oltre agli ovvi paralleli in merito alla gestione del rischio, il poker come la finanza non ha a che fare con beni concreti ma il successo è determinato piuttosto dal denaro generato da una serie di intricate transazioni. Andate a vedervi MSNBC e se capirete la struttura delle posizioni al tavolo è più che verosimile che comprenderete anche il posizionamento di mercato piuttosto rapidamente. Se ne volte vedere una applicazione nel mondo reale cercate Dan Shak e osservatelo. Vedrete poker e finanza diventare una cosa sola.

Imprenditore

Questa dovrebbe essere la professione meno sorprendete tra quelle qui elencate. Molti giocatori di poker si danno all’imprenditoria immobiliare mentre praticano con costanza il circuito del poker. Che si tratti di investimenti in media legati al poker, siti online o linee di abbigliamento i giocatori di poker sembrano comprendere istintivamente l’arte del traffico e dell’attività febbrile. I businesses sono difficili da avviare ma lo sono altrettanto i bankrolls. Gli imprenditori devono poter vantare una mistura vincente di ambizione, tenacia e creatività per attrarre in banca gli investitori e far arrivare i clienti. Questo è un settore nel quale mi aspetto di vedere attivi sempre più giocatori di poker perché non li costringe necessariamente ad abbandonare il gioco.

Accademici

Le sacre aule delle accademie sono ironicamente non solo il terreno di preparazione per i futuri campioni di poker ma anche una delle possibili carriere intraprese. Brandon Adams è un fiero guerriero al tavolo ma divide il suo tempo tra poker e vita accademica come professore di economia. Non dimentichiamo inoltre che Michael Binger ha un dottorato di ricerca in fisica conseguito a Stanford.

Le lauree non sono direttamente causa della forza nel poker ma i processi di riflessione analitica e anni di lezioni e di ricerca si ripercuoto sulle doti pokeristiche. Decisioni difficili devono spesso essere prese sia in classe che al tavolo da poker e così si sviluppa anche la pazienza importante in entrambi i settori. Dalle università non solo escono giocatori di poker: spesso vi ritornano. David Benefield non molto tempo fa ha messo il gioco in secondo piano per tornare a scuola.

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Gloria Balding

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