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Italia: Facciamo un Po' di Chiarezza sulla Tassazione nel Poker

legge poker

Il tormentone dell'estate pokeristica è stata l'indagine sollevata dalla Guardia di finanza sui giocatori di poker e sopratutto le loro vincite live nei paesi stranieri.

Molti giocatori sono stati chiamati a rispondere sui redditi percepiti dalle vincite avute negli anni, ma il fatto assurdo è che lo strumento usato per la ricerca dei dati sia stato il sito web americano Hendon Mob (HM), dove risultano i proventi della maggior parte dei pro. Una banca dati non del tutto affidabile, visto che tiene conto solo dei piazzamenti ITM. Gli stessi responsabili di The Hendon Mob hanno dichiarato di essere «pienamente consapevoli che le informazioni postate nel database non riflettono i guadagni reali dei giocatori. Come non sono riportate informazioni che non ci vengono comunicate. Parliamo degli accordi privati tra i giocatori e le quote percentuali che gli stessi si scambiano».

Da Gennaio di quest'anno l’Agenzia delle Entrate ha legiferato che tutte le vincite superiori ai 10 mila euro avrebbero subito una tassazione, in quanto redditi diversi che si aggiungono a quelli percepiti.

Un giocatore italiano per essere in regola e non incorrere in spiacevoli situazioni, deve denunciare sulla propria dichiarazione dei redditi tutte le vincite percepite, anche all'estero, di qualsiasi gioco di sorte o abilità, on line o dal vivo. Quindi diciamo che dai tornei di poker al cash game, dal Blackjack alle roulette, per finire con ogni tipologia di lotteria, non si fanno sconti, bisogna pagarci le tasse. Insomma dove vi è un guadagno vi è una tassazione.
Gli obblighi fiscali del player, non finiscono qui, difatti devono essere denunciati sulla propria dichiarazione annuale, tutti i movimenti di denaro avuti all'estero, non esclusi i conti correnti, conti di moneta elettronica e conti gioco su room.com.

Sicuramente una pecca di questo ordinamento è che non da nessuna possibilità di detrazione delle spese. Sul giocatore di poker graveranno tutte le spese che di solito si hanno per partecipare agli eventi: vitto, alloggio, viaggi, perdite o buy-in pagato per il torneo da cui si è ottenuta una vincita, nulla di tutto ciò viene considerato detraibile.
Le vincite invece, per essere estremamente chiari, sono da considerasi a tutti gli effetti “redditi diversi”da accumulare ai fini IRPEF, questo ovviamente inciderà sull'aliquota che verrà adottata per gli scaglioni in cui si ricade. L'aliquota può variare da un minimo del 19% al un massimo del 43%.

Vi è una forte discriminante per chi ama gli eventi internazionali e competere con il mondo intero del poker, in quanto per un giocatore che vince in Italia il guadagno di un evento sarà al netto, perché chi liquida la mia vincita diventa il sostituto di imposta al 20%, mentre questo, secondo la legge italiana non accade all'estero, in quanto per le vincite avute fuori nazione, sarò obbligato a accumulare al mio reddito la mia vincita straniera, incorrendo così ad una doppia imposta (italiana e straniera) perché ovunque le case da gioco divengono sostituti di imposta.

Apprendiamo in un articolo dell'avvocato Massimiliano Rosa, pubblicato su PokerSportivo, che per il giocatore che decide di non dichiarare tutto il guadagno avuto, ci sono ovviamente dei rischi, si ricorre in sanzioni e si è obbligati a versare anche gli interessi sulle imposte non dichiarate.

Se si omette del tutto la dichiarazione dei proventi, le sanzioni posso variare dal 120 al 240% dell'imposta, mentre nel caso di violazione delle norme sul monitoraggio fiscale la sanzione va dal 10 al 50% di quanto non dichiarato. Insomma pare proprio che il gioco non valga la candela. Ovviamente più le cifre vinte solo alte, più l'evasione acquisisce una sua consistenza, più il rischio aumenta. Non dichiararle ci può portare nel penale: con delitto di omessa o infedele dichiarazione.

Il fenomeno del poker in Italia si è costituito da molti anni, diciamo che siamo indietro per quando riguarda una regolamentazione fiscale veramente efficace. Per questo vuoto legislativo, non abbiamo scusanti, perché ci sono paesi all'avanguardia per quanto riguarda questo aspetto. Pensiamo a Malta o al Canada dove vi è un riconoscimento della figura del player, una professione che viene tassata soltanto sul netto delle vincite.

Ci auguriamo, vista la portata del fenomeno di massa del poker in Italia, che presto si possa mettere in ordine questo importantissimo aspetto, per ridare tranquillità sia a quelli che hanno scelto di fare del poker una professione quotidiana e sia a quelli che, di questo gioco hanno fanno un piacevole passatempo.

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