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Collusion, la parola agli esperti: non si può punire un giocatore che pensa se chiamare o meno

Collusion, la parola agli esperti: non si può punire un giocatore che pensa se chiamare o meno 0001

Ci sono spesso episodi che durante un torneo di poker live destano interesse per la loro particolarità e sono alcune volte riconducibili al soft play, alla collusion e comunque a situazioni che non possono essere risolte nemmeno dalle regole scritte che devono essere applicate in unMTT live.

Il caso che ha riscaldato gli animi negli ultimi giorni, è quello che ha visto come protagonisti al Casinò Municipale di Venezia, Maurizio Musso ed Enrico Mosca, ma chi vi scrive non ha come fine principale quello di dare un parere personale della vicenda, a quello ci penserà il lettore, ma si pone come scopo quello di fare luce su una dinamica di difficile interpretazione che ricorre spesso in queste situazioni.

Siamo alla fine del Day3 della Tilt Cup e si sta disputando il tavolo finale non ufficiale, con 9 giocatori. Si gioca il livello 20.000/40.000 ed Enrico Mosca apre da UTG con AK e 1.500.000 in chips.
Da bottone Maurizio Musso prende tutte le sue chips in mano (circa 480.000 gettoni) e dichiara l'all in.
Mosca rimane sorpreso e, dopo un minuto di ragionamenti, decide di chiamare e perde il colpo contro la coppia di 2 del suo rivale.
A quel punto interviene Alessandro "Bubukonan" Fasolis, noto professionista italiano, che sta giocando questo torneo, chiede lumi sul ritardo del call e, chiamato in causa il Direttore del Torneo Enrico Mognaga, quest'ultimo non può che prendere atto dell'accaduto e chiedere a tutti di riprendere il gioco. E' ovviamente fuori discussione che non si possa punire un giocatore per il solo fatto di pensare.

Per fare luce su quanto è successo e capire in caso di fold di Mosca cosa sarebbe potuto accadere, abbiamo contattato proprio Enrico Mognaga.

In questi casi applico sempre quella che dovrebbe essere la regola da tenere presente in un torneo di Poker: il buon senso.
Se mi fosse stato chiesto di controllare le carte del giocatore deep stack in caso di fold, mi pare abbastanza palese che per il valore delle carte in gioco il call è abbastanza standard in questi casi, ma non chiedetemi l'eventuale sanzione, dipende dai giocatori impegnati nella mano, dalla dinamica della stessa e da altri fattori. Di certo se l'eventuale giocata scorretta dovesse essere ripetuta più di una volta, mi riserverei di prendere in considerazione l'opzione di una squalifica. In questo caso Mosca ha semplicemente pensato se chiamare o meno e io questo non posso di certo vietarlglielo
.

Per sentire anche un'altra campana, abbiamo contattato Sanaz Fattahi, Direttore del Torneo agli Italian Poker Tour e Floorman agli EPT. La Fattahi è in linea con le parole di Mognaga.

Naturalmente non si può forzare un giocatore ad aggiungere dei gettoni in un piatto; tempi fa c'era una regola secondo la quale era obbligatorio il call su una puntata all in corrispondente a circa il 5% dello stack del chiamante, ma è una regola che non si utilizza più da anni, anche perchè ci sono stati giocatori che davvero in buona fede non volevano far tornare in corsa il proprio avversario. In ogni caso da Floorman se mi viene chiesto di controllare le carte di un giocatore, prima chiedo per quale motivo ha foldato e solo successivamente guardo che tipo di fold è stato fatto. Il buon senso va sempre utilizzato in ogni occasione e non si sbaglia mai.

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