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Breaking Bad incontra il poker: alle WSOP parata di Super Stars!

Breaking Bad incontra il poker: alle WSOP parata di Super Stars! 0001

Che le World Series of Poker attirassero molta gente anche al di fuori delle cerchia strette del poker è cosa nota, quest'anno però le sale del Rio si sono affollate da personaggi famosi del grande e piccolo schermo e dello sport.

Oltre agli habitué come James Woods si sono presentati Aaron "Jesse Pinkman" Paul, Nick Cassavetes, Paul Pierce, John Arne Riies, Gerard Piqué, con gran gioia di Ty Stewart che nel discorso di apertura del Day2 del Main Event ha dichiarato:

"E' un onore per il poker avere celebrità del mondo dello sport, della TV e del cinema sedute accanto ai professionisti. E' la cosa migliore di questo evento. Non sai mai chi prenderà posto, non sai mai chi andrà avanti.
Per noi è un grande incoraggiamento a continuare; i nostri eventi necessitano di un piccolo capitale ed il fatto che tutti possano venire e partecipare e sentirsi parte di qualcosa di grande.
"

James Woods

Mister Videodrome James Woods, al contrario di molti attori, è una persona che ama parlare delle sue passioni, del poker in questo caso e non si tira mai indietro quando vi sono riflessioni importanti sulle conseguenze di questo gioco.
In particolare ha parlato, in una recente intervista, di quanto sia importante giocare entro i propri limiti:

"E' divertente giocare nei limiti personali ma troppo spesso vedo che le cose scappano di mano."

Detto da un attore famoso e ricco forse la frase non ha quell'effetto che invece Woods tende a sottolineare; ha giocato a poker quasi una vita intera sempre mantenendosi su di un livello medio ma ha saputo anche distaccarsi dal gioco dando importanza alla famiglia.
Quando sua madre si ammalò decise non solo di smettere con il gioco ma anche con la recitazione, si trasferì sulla East Coast e rimase a fianco alla donna per un lungo periodo di tempo.
Passato quel lasso di tempo lontano dal poker ebbe poi modo di constatare quanto le perdite al gioco fossero diventate importanti:

"Quando sono tornato ai tavoli ho visto persone che riuscivano a vincere piatti da 100.000$ in una sola volta; è facile capire che con queste cifre i giocatori comincino a scarseggiare, soprattutto pensando che puoi perdere una casa in una sola notte!
Per qualcuno potrà essere divertente, ma non è il mio caso.
"

Scott "The Walking Dead" Wilson

Cita anche una storia, raccontatagli dall'amico e collega Scott Wilson, una di quelle storie che fanno pensare:

"Quando ero ancora un attore alle prime armi capitava spesso che tra di noi giocassimo a gin per vedere chi riusciva a portare a casa un pasto; fu in una di quelle occasioni che Scott mi raccontò una gran bella storia; prima di far parte del cast di 'In Cold Blood' lavorava ancora in una stazione di benzina, fu notato ed ingaggiato da Richard Brooks per interpretare il ruolo di Dick, uno di quei ruoli che chiunque avrebbe voluto interpretare. Ebbene, fece il film ed ebbe il suo sostanzioso assegno un venerdi pomeriggio e andò a Las Vegas. Tornò il lunedi successivo e ottenne il suo vecchio posto alla stazione di benzina."

Fare il paragone con le recenti dichiarazioni di Daniel Colman sarebbe fin troppo scontato..

Nick Cassavetes


Nick Cassavetes, attore, regista e figlio di Gena Rowlands e John Cassavetes, è invece uno di quelli che parla poco ma gioca molto; è uno tra gli attori con il bankroll più alto e non ha mai fatto mistero delle proprie attitudini verso il gioco del poker, partecipando ai più noti tornei Home Games di Los Angeles. Anche lui alle WSOP, ma con una grossa differenza:

"A Los Angeles si gioca tutto il tempo, mi piace il gioco ma non è la mia vita. La comunità è molto attiva, ci sono persone a cui piace giocare per divertimento e persone a cui piace giocare in grande anche se non sono molto bravi, me incluso.
C'è una grossa, grossissima differenza però tra gli amateur ed i professionisti: nel primo caso quando non vinci puoi anche permetterti di giocare contro altre persone nella stessa sera, anche se non sei una testa di serie puoi divertirti e fare la tua esperienza. Nessuno pensa che tu sia un perdente, pensano che sei bravo e basta.
Nel secondo caso invece sei obbligato a vincere, hai in mano il tuo futuro e se non hai le spalle abbastanza coperte rischi di finire male. Se sei bravo la gente ti dice che sei bravo, ma se non lo sei ti chiamano perdente.
"

Cassavetes partecipa da quasi dieci anni al Main Event WSOP, piazzandosi sempre in posizioni che gli hanno permesso di accumulare una discreta cifra - caso mai avesse bisogno di quei du' spicci per allestire un set - ed è un vero appassionato:

Aaron Paul

"Oh, il poker è diventato un fenomeno di costume, non esiste altro sport al mondo che possa tenere il paragone. Contro Federer e Djokovic non puoi giocare, non puoi avere un duello, nemmeno avvicinarti! Ma qui, qui puoi giocare contro Phil Ivey! Al 98% perderai ma quella piccolissima percentuale che decreterà la tua vittoria sarà il divertimento più grande, anche per il pubblico.
In fondo tutti vogliono essere i migliori in qualcosa e, se giochi bene le tue carte, alle WSOP lo puoi essere.
"

E Aaron Paul?
Lo abbiamo scoperto fan del poker, un gran fan sin dal principio, quando ancora non era diventato il Jesse Pinkman di Breaking Bad, quando la fama era una chimera e giocava a poker sul pavimento del suo allora fin troppo modesto appartamento di Los Angeles.

Ha preso parte ad alcuni Low Stakes Games, ma ai compagni di tavolo è sembrato che la sua inesperienza nei tornei live e la pressione di dover essere riconosciuto, abbia giocato nettamente a suo sfavore.

Nessuna intervista rilasciata, profilo basso e sorriso (forzato) anche quando la sua notorietà prendeva il sopravvento con molti fans a caccia di un selfie-con-attore, spesso con persone che nemmeno conoscono il suo nome di battesimo.

Ray Romano

Non ha di questi problemi il veterano delle World Series Ray Romano, attore americano, quest'anno accompagnato dal figlio appena maggiorenne; non è un giocatore abilissimo ma, come lui stesso afferma, il gioco del poker è una bella occasione per dimostrare a se stessi di sapersi gestire in varie situazioni.

E pare che Romano si sappia gestire bene: è arrivato fino al Day 2 del Main Event di quest'anno; peccato che sia stato eliminato al primo livello. Di lui parla Ty Stewart:

"E' una gran cosa che sia intervenuto anche quest'anno, con il figlio poi, e credo che questo dimostri di che cosa è capace il poker. E' un qualcosa che attrae tutti i generi, qualcosa con cui le persone possono divertirsi, fare amicizia ed è questo che ci piace."

Non solo showbiz, anche agli sportivi piace il mondo del poker e si cimentano con risultati contrastanti: se da un lato abbiamo i PRO come Fatima Moreira De Melo, dall'altra ci sono molti wannabe che non hanno paura di "sporcarsi" le mani con le carte.

Per i corridoi del Rio sono passati Gerard Piqué (calciatore e marito di WakaWaka Shakira), Richard Seymour (ex stella dell'NFL), Shane Warne (evangelista del cricket), John Arne Riise (calciatore), la star dell'NBA Paul Pierce e Jason White (pilota NASCAR Camping World Truck Series).

Jason White

Potreste pensare che un pilota come Jason White non abbia tempo per il poker, ed invece si professa un amante del gioco disposto a giocarlo appena si presenti un momento libero:

"Avevo un weekend libero e ho deciso di venire. E' divertente, e credo di essere il primo pilota NASCAR a partecipare alle World Series of Poker; questo rende le cose davvero entusiasmanti."

Per lui il poker non è solo fortuna o solo tecnica, è un mix delle due cose:

"Ovviamente c'è un sacco di fortuna e anche un sacco di tecnica. Devi essere al posto giusto nel momento giusto. Insomma, un pò come gareggiare in un certo senso: a Daytona se non sei nel posto giusto al momento giusto finisci per essere una carcassa. Nel poker, come nelle gare, vuoi battere chiunque."

Per i piloti l'adrenalina è una componente del DNA e non c'è da meravigliarsi se, come lui, anche Gualter Salles spera di vincere un Main Event:

"Sarebbe un peccato non vincerne uno nella vita! Anche se ci sono molte incognite che non dipendono necessariamente dalla fortuna.."

La tensione del gioco si sente ad ogni livello ma in questi periodi l'hanno sentita davvero moltissimo i giocatori provenienti dalla Germania prima, durante e dopo la partita con il Brasile valida per il posto nella Finale dei Mondiali di Calcio, come Ole Schemion.
Ma in generale i calciatori come vedono la dicotomia tra poker e calcio?

John Arne Riise

Per Ronaldo crediamo sia una valida alternativa: data la sua mole è difficile che torni a giocare a calcio a livelli professionali; ma per John Arne Riise, alla sua prima apparizione in queste World Series, è stata una scoperta molto recente:

"Sono attualmente libero da impegni con la mia squadra (attualmente Riise non tornerà al Fullham FC) e ho pensato 'perché non venire?'. Sono una persona a cui piace molto competere e migliorarsi. Detesto perdere. Mi sono preparato un pò prima di venire qui e mi sto davvero divertento. Adoro Las Vegas. Adoro la sua gente. Incontri persone da ogni parte del mondo alle WSOP. Sicuramente tornerò, magari ogni anno!"

Riise non è un professionista, gioca sovente online senza avere il tempo fisico di poter prendere parte ad eventi live, ma è riuscito lo stesso ad arrivare al Day2 del Main Event; per lui, come per gli altri giocatori, durante i mesi in cui sono impegnati con le rispettive squadre pensare ad altri sport non è salutare.
Riise ammette inoltre di essere molto nervoso al tavolo, ha persino paragonato la tensione del tavolo a quella dei calci di rigore!

Paul Pierce

"Sono molto nervoso qui, sono veramente molto nervoso. Nel calcio sono più tranquillo. So quello che devo fare. Ma nel poker sono nuovo." - dice il norvegese. "Sto cercando di imparare; quando succede qualcosa al tavolo riesco a sentire il mio corpo che reagisce in modo differente. Più giochi e meglio fai."

La penserà così anche il cestista splendente Paul Pierce?
Dal suo comportamento da star non ce la sentiamo di dirlo; arrivato per giocare il Day1C si è prodigato a dare dettagli e aggiornamenti attraverso Twitter e Instagram, come un professionista del tavolo verde.
Di lui, Stewart dice:

"Paul Pierce non solo era qui ma stava anche twittando live come un vero grinder, chiedendo ai suoi tre milioni di followers di seguire il suo chipcount."

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