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Poker Online: l'Italia Apre Alla Liquidità Condivisa Europea

Poker Online: l'Italia Apre Alla Liquidità Condivisa Europea 0001

La nuova legge sul gambling, che dovrebbe essere varata in estate dal Governo Renzi, potrebbe rappresentare il punto di svolta per il lancio della liquidità condivisa in Europa. L'Italia, infatti, sta cercando di trovare misure per riportare l'industria a crescere, dopo anni di declino.

Secondo Giulio Coraggio, avvocato della DLA Piper, l'Italia potrebbe introdurre una nuova serie di norme che porteranno alla creazione di un mercato internazionale del poker online regolamentato, con la speranza che tutto ciò possa riportare la gente ai tavoli.

"Le leggi italiane sul gioco saranno pesantemente emendate nella cosiddetta Delega Fiscale, che tra le altre cose probabilmente cambierà anche il regime delle scommesse sportive e dei tornei di poker, portandolo al 20% del volume d'affari", ha dichiarato Coraggio la settimana scorsa.

Anche se il testo della legge non è stato ancora divulgato, Coraggio sostiene che i prossimi cambiamenti potrebbero permettere finalmente all'AAMS di ricoprire un ruolo più attivo nello sviluppo delle norme relative al gambling, e di lavorare più a stretto contatto con le controparti europee.

"Nell'ultima bozza della legge, è stata introdotta una nuova norma per permettere la gestione dei vari giochi da parte dell'AAMS, insieme alle autorità degli altri paesi", afferma Coraggio.

Attualmente non è chiaro il modo in cui le autorità italiane abbiano in mente di promuovere il lancio di un mercato del gambling online internazionali, né come intendano affrontare le sfide tecniche e legislative che questo implica. Tuttavia, tutti i protagonisti dell'industria sono d'accordo che l'iniezione di una nuova liquidità sia il passo migliore da fare per rendere il settore più attraente agli occhi di operatori e giocatori.

"Il mercato del poker online sta affrontando difficoltà considerevoli a livello mondiale, e in paesi quali Italia, Spagna e Francia l'impatto di tale crisi è più alto, dato che sono mercati chiusi", conclude Coraggio. "Ma se verrà permessa la liquidità condivisa a livello internazionale, lo scenario potrebbe cambiare nettamente".

Ai Giovani Italiani il Poker Non Piace Più

Mentre il dibattito sulla possibilità che l'Italia sia il portabandiera della liquidità condivisa europe, gli ultimi dati divulgati dall'AAMS mandano segnali preoccupanti circa la salute dell'industria pokeristica del paese.

Secondo i dati ufficiali del 2014, come riporta Jamma.it, l'industria del gambling italiana ha chiuso l'anno con numeri simili a quelli del 2013, grazie alla performance positiva dei giochi da casinò online e delle scommesse sportive, nonostante il continuo declino del poker.

Rispetto al 2013, il volume d'affari del cash game italiano è crollato del 21%, mentre la versione da torneo del poker online ha perso il 18%. Il totale, in termini monetari, è di 178 milioni di euro, una piccola parte rispetto a quanto la stessa industria soleva generare prima dell'attuazione del mercato regolamentato "a porte chiuse".

Numeri alla mano, l'AAMS dimostra come gli italiani siano meno propensi a spendere soldi nelle partite di poker online e che siano diventati più freddi nei confronti della variante del Texas Hold'em. L'autorità italiana stima che il mercato sia formato da 223.000 giocatori nel 2014 (il 17% in meno rispetto al 2013) e 247.000 account (il 18% in meno). La maggior parte dei giocatori partecipa ad eventi i cui buy-in sono compresi tra €1 e €30.

I dati ufficiali mostrano come il 10% dei tornei giocati abbia avuto un buy-in compreso tra €0.01 e €2, mentre il 44% da €2 a €10 (il 29% in meno rispetto al 2013) e il 22% da €10 a €30. Anche se il Texas hold'em è ancora la variante più popolare in Italia, con l'84,9% di tutte le partite giocate, la percentuale di partite relative ad altre varianti è passata dal 2,3% del 2013 al 15,1% del 2014, dimostrando un interesse enorme da parte dei giocatori italiani nei confronti dell'Omaha, dello stud, dei mixed game e di altre varianti.

La cosa più allarmante dei numeri divulgati dall'AAMS, tuttavia, è probabilmente il dato demografico sui giocatori di poker italiani, visto che a quanto sembra questo gioco abbia perso la sua presa verso le generazioni più giovani. Mentre gran parte del bacino d'utenza è compreso tra i 24 e i 34 anni (28%), o tra i 35 e i 44 (28%), la percentuale di giocatori di età compresa tra 18 e 24 anni è scesa di tre punti percentuale, mentre quella relativa agli over 55 è aumentata di due.

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