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Burocrazia più semplice, ma non per il “gioco”

Burocrazia più semplice, ma non per il “gioco” 0001

Il "gioco pubblico" non usufruirà delle agevolazioni amministrative previste dal Governo Monti. Per l'esattezza i "giochi" sono stati esclusi dalle materie disciplinate dal decreto legge approvato lo scorso 9 febbraio.

La crisi economica e l'emergenza sociale del nostro paese hanno portato il Governo ad approvare “disposizioni urgenti in materia di semplificazione e di sviluppo”. In sostanza verranno ridotti gli oneri amministrativi per i cittadini e le imprese, escludendo tuttavia il settore del gioco dove tutto resta immutato.

Il decreto legge riporta più articoli che modificano le disposizioni precedenti (art. 1, art 3, 12) con espressa specifica finale: "Le disposizioni non si applicano in materia di giochi pubblici, per i quali restano ferme le particolari norme che li disciplinano”.

Le uniche “semplificazioni” interesseranno le sale da gioco per le quale è richiesta la registrazione della clientela. L’art. 45 del Decreto, modifica l’art. 34 del Codice della privacy modificando il comma 1 e rendendo non più obbligatoria la tenuta di un Documento programmatico sulla sicurezza (Dps) aggiornato e viene meno anche la facoltà di avvalersi di un’autocertificazione sostitutiva o di un Dps semplificato per i soggetti che trattano unicamente dati personali non sensibili o quelli dei propri dipendenti e collaboratori.

In attesa che emerga con chiarezza lo scenario tributario in cui verserà il poker online italiano, esponenti autorevoli del settore fanno sentire la propria voce. E' il caso di Fabrizio D'Aloia, presidente di Microgame e del network online più grande del mercato italiano, People's Poker che rispetto alle indiscrezioni ha commentato: "Le imposte sul poker online e sui giochi sono già sufficientemente elevate e un ulteriore rincaro non farebbe altro che spingere nuovamente i players verso l'offerta di gioco illegale. Non credo sia questo il metodo corretto per rispondere alle esigenze di cassa del Governo e per aiutare un mercato già in difficoltà. Comprendiamo le esigenze di bilancio del Governo italiano ma aumentando il prelievo erariale si riduce il payout per i players e si abbassano i volumi di gioco offrendo una nuova opportunità ai siti illegali".

Il Governo Monti vuole anche chiudere il mercato alle piattaforme ".com". Per farlo è pronto a sanzionare i giocatori con multe dieci volte maggiori rispetto all'importo scommesso. Controlli resi fattibili la scorsa estate con le nuove disposizioni sulla tracciabilità dei conti correnti.

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Stefano Villa

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