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USA 2010 - L’Anno delle Leggi sul Poker Online

capitol hill

Il 2010 è stato un anno vissuto tra alti e bassi per la legislazione sul poker online in America. La prima parte dell’anno è stata caratterizzata dalla lunga attessa della svolta, poi c’è stata la caduta di giugno e un nuovo picco a luglio, novità a settembre e colpi di scena negli ultimi mesi.

I giocatori di poker partivano da una situazione piuttosto confusa, hanno aspettato con speranza e timore e alla fine si sono ritrovati nella situazione di partenza.

Resta però il fatto che il poker online in questo 2010 abbia compiuto grandi progressi a Capitol Hill - più di quanto avesse mai fatto in passato. Ciò nonostante, si può tranquillamente affermare che il settore si trovi in una situazione peggiore di quella in cui si trovava in passato.

I guadagni ottenuti sono stati più simbolici che concreti. Per usare una metafora del baseball tanto caro agli americani, si può dire che il poker è andato a punto per la prima volta ma il runner è rimasto alla base. Nessun punteggio è stato aggiornato sulla tabella.

Questo non significa sminuire il traguardo raggiunto a luglio quando la House Financial Services Committee ha approvato il disegno di legge di Barney Frank per licenziare e regolamentare l’Internet poker. Il fatto che ci sia stato un voto positivo a Capitol Hill per legalizzare il settore deve essere considerato come un atto sicuramente positivo soprattutto se confrontato con quanto accaduto quattro anni fa quando il legislatore tentò di chiudere completamente le porte ad ogni prospettiva di gioco online.

Un’altra udienza sull’Internet gambling ha avuto luogo alla House Ways and Means Committee, ad indicare che il Congresso prendeva sul serio la possibilità di una regolamentazione.

Ma con tutti i maggiori volti della politica impegnati nella campagna per le votazioni di novembre, la questione del poker online è passata in secondo piano e tutto il processo così ben avviato è subito arrivato ad uno stop. Sembrava che per il poker non ci fosse più nulla da aspettarsi nel 2010, ma subito dopo il Giorno del Ringraziamento la nuova maggioranza al senato nella persona del suo leader Harry Reid ha nuovamente iniziato a spingere per l’approvazione di un decreto per regolamentare l’Internet poker durante la sessione lame-duck (quando un nuovo senato è stato eletto ma è ancora in carica quello precedente).

Il tentativo di Reid di aggregare un decreto sul poker alla nuova legislazione per estendere l’era-Bush dei tagli alle tasse non si è concretizzato ma per la prima volta si pensava che una legislazione precisa per il poker stesse per essere approvata.

Tale evenienza era circondata da un alone di timori soprattutto per le clausole incluse nel decreto come ad esempio un blocco totale del gioco online per 15 mesi prima di avviare la fase successiva di legalizzazione e di concessione delle licenze. In secondo luogo, un’eventuale approvazione in legge del decreto avrebbe creato un “ghetto” americano per il poker in quanto gli utenti USA sarebbero stati isolati dal bacino di utenza internazionale proprio come avvenuto in Italia.

A livello statale, il senato nazionale dello stato del New Jersey è stato il primo organo legislativo a legalizzare l’Internet gambling nel novembre 2010. A differenza di quanto accaduto a livello federale, il decreto continuerà il suo iter nel nuovo anno quando andrà al vaglio dell’assemblea statale.

Mentre le vittorie conseguite nel 2010 devono ancora dare frutti, le sconfitte hanno lasciato segni ben visibili. Primo tra tutti l’entrata in vigore a giugno dell’Unlawful Internet Gambling Enforcement Act dopo quasi quattro anni dalla sua approvazione in legge.

A settembre la corte suprema dello stato di Washington ha fatto ricorso ad una legge del 2006 per ribaltare una sentenza della corte d’appello e facendo di Washington il primo stato a criminalizzare specificamente il gioco del poker online. PokerStars e Full Tilt Poker hanno risposto ritirandosi dallo stato non rendendo più accessibili i loro siti.

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Matthew Kredell

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