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A rischio in Spagna le licenze per l'online?

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Sarà forse l’effetto dell’ormai perdurante crisi economica, ma anche in Spagna i segnali riguardanti le iniziative dello stato nei confronti del poker online non sono tra i più incoraggianti.

A pochi giorni infatti dall’apertura del mercato regolamentato spagnolo (il 1 giugno è la data ufficiale per il via ai “.es”), sembrano profilarsi all’orizzonte alcuni ostacoli di non poco conto.

Sì perché, mentre la Direcciòn General de Ordenaciòn del Juego, sta passando al vaglio le richieste presentate dai vari interessati (tra questi PokerStars, PartyPoker, alcuni network mondiali come Ongame e iPoker) per poter successivamente rilasciare o meno le necessarie licenze per operare nel mercato spagnolo, parallelamente il fisco (Oficina de Investigación Contra el Fraude) ha avviato un’indagine tesa ad appurare eventuali irregolarità degli attuali “.com” che attendono di regolarizzare la loro posizione.

In altre parole, il governo iberico sta valutando la possibilità di chiedere un’imposta retroattiva a tutti i soggetti che hanno operato in Spagna in maniera non regolarizzata e quindi senza aver versato un euro alle casse dello stato.

Inutile dire che si tratterebbe di una batosta soprattutto per i principali operatori che puntano ad ottenere la licenza, Bwin, Sportingbet, PokerStars e Bet365 che da soli costituiscono l’80% del mercato spagnolo online in fatto di poker e betting.

Ma nell’eventualità (speriamo remota) questi operatori dovessero rinunciare ad acquisire una regolare licenza, si tratterebbe allo stesso tempo di un brutto colpo anche per le casse dello stato, dal momento che si parla di un’aliquota del 25% sui ricavi lordi di gioco.

Insomma, una situazione a perdere per tutti, per cui è auspicabile che prevalga il buon senso, magari con una multa forfettaria per gli operatori da un lato, dall’altro un’apertura del governo verso la concessione della liquidità internazionale per le pokeroom.

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