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Poker live: confronto Italia-UE sulla tassazione delle vincite all'estero

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Il caso delle vincite all'estero dei giocatori di poker italiani pesantemente tassate dall'Agenzia delle Entrate sembra finalmente in procinto di giungere a una conclusione. Stando infatti alle informazioni fornite da alcuni studi legali che stanno patrocinando i giocatori tassati per le loro vincite all'estero, l'Europa ha preso in esame la questione e una soluzione potrebbe arrivare anche in meno di un anno.

La situazione attuale vede chiamate in causa sia la Corte di Giustizia Europea che la Commissione Europea.

Secondo la fonte primaria di questa notizia, Gioconews, alcuni giocatori infatti hanno affidato le pesanti cartelle esattoriali ricevute a seguito dell'operazione 'All in' a un efficiente studio legale che ha contestato il fatto che le stesse non tengono conto delle spese e dei buy in pagati, mentre sarebbe opportuno che fossero calcolate almeno al netto di queste voci. Quanto contenuto nei ricorsi presentati allaCommissione Tributaria di Roma ha costretto l'ente a inviaretutta la documentazione alla Corte di Giustizia Europea.

Nella richiesta che accompagna la documentazione la Commissione riconosce che, vigendo in Europa il principio della non discriminazione, i giocatori andrebbero a pagare due volte le tasse sul suolo europeo in quanto percepiscono le vincite già al netto di rake e fee che vengono pagati ai casinò e sono pertanto regolarmente iscritti al registro delle tasse statali.

Tuttavia viene contestualmente richiesto di potersi avvalere di una deroga ai principi UE per poter tassare i giocatori in questione sulla base di motivi di ludopatia e antiriciclaggio.

Si viene così a creare una situazione piuttosto ambigua in cui lo Stato italiano da una parte incentiva il gioco, creando un'industria con 80 miliardi di fatturato, mentre dall'altro lato considera i giocatori italiani all'estero esposti a ludopatia e riciclaggio.

Per dirla tutta, le distorsioni sicuramente esistono ma è altamente probabile che l'UE precisi ancora una volta l'inapplicabilità della doppia tassazione, anche perché il divieto di discriminazione dei cittadini tra stati membri sancito dall'articolo 18 è spesso correlato ai principi di libera circolazione di merci, beni, persone, servizi e capitali.

Contestualmente, a causa dei frequenti ricorsi che continuano a pervenire alla Corte di Giustizia Europea sulle posizioni finanziarie di alcuni giocatori, la Commissione Europea ha avviato delle indagini per capire come il Governo italiano stia valutando la questione.

La volontà di procedere a un'effettiva doppia tassazione, senza tenere conto delle spese sostenute e oltretutto basata su aliquote che superano di oltre 20 punti percentuali quelle applicate sulle vincite avvenute su territorio nazionale è discutibile el'Italia prima o poi dovrà chiarire questa posizione.

La risposta della Corte di Giustizia Europea dovrebbe richiedere circa un anno, mentre i tempi della Commissione sono più brevi e infatti l'Italia ha solo60 giorni per rispondere in merito alla tassazione sulle vincite all'estero dei giocatori di poker. E' probabile quindi che a breve possano delinearsi novità interessanti in merito.

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Ilaria Pernice

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