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HendonMob: nessun contatto con il fisco italiano!

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Tra le tante questioni che assillano il mondo del poker in Italia (legislazione per il live, crollo dei numeri nell'online) c'è anche un contenzioso aperto con il fisco italiano.

Si tratta dellafamigerata operazione "All in", avviata dalle autorità italiane nell'ormai lontano 2011, ma ancora pienamente attiva. In sostanza il fisco italiano rivendica la possibilità di esigere un tributo sulle vincite effettuate dai giocatori italiani all'estero. Vincite realizzate con il poker, ma non solo.
Tali vincite, sempre secondo le autorità competenti, andrebbero dichiarate nel modello per il pagamento delle tasse sotto la voce "redditi diversi" e, dal momento che nessuno lo ha mai fatto non esistendo certezza giuridica in merito, Equitalia emette cartelle per mancati pagamenti arricchitte da una significativa mora.

Il tutto in barba alla legislazione europea sulla doppia imposizione e trascurando traquillamente il fatto che, almeno per quanto riguarda il poker, i giocatori non hanno nemmeno la possibilità di detrarre le spese per i buy-in dei tornei (e per le trasferte), non esistendo in Italia la figura professionale del giocatore.

Finora le reazioni dei giocatori sono state diverse e questo sicuramente non ha contribuito a fare chiarezza: un fronte unito, si sa, è sempre meglio di "ognun per sé e dio per tutti". Molti giocatori hanno scelto di regolare le pendenze fiscali, altri hanno fatto ricorso, in qualche caso (pochi) vincendolo, in altri rimanendo in attesa di giudizio.

Nell'indagine sui mancati incassi relativi alle vincite pokeristiche, la fonte "ufficiale" per il Fisco è stata il noto sito di ranking e risultati Hendon Mob (www.thehendonmob.com).
Per questo motivi i giocatori hanno iniziato a chiedere ad Hendon Mob di non postare più le eventuali vittorie estere o di farlo senza specificarne il ricavato economico.

Tirati in ballo, era inevitabile che i responsabili del sito dessero la loro versione dei fatti. Come riportato da Gioconews, la posizione di Hendon Mob è piuttosto chiara: "Non siamo mai stati contattati dalle autorità italiane ma dai giocatori di poker sì e molte volte. Non abbiamo prove se stanno utilizzando il nostro database per qualsiasi scopo. Se qualcuno utilizza i dati del sito senza il consenso viola le leggi europee sui termini di utilizzo dei siti web e la legge a tutela del copyright sul database."

Sulla questione della legittimità della richiesta dello Stato italiano ovviamente non si promunciano, anche se a loro avviso "sarebbe un errore da parte delle autorità italiane basarsi su questi dati", tra l'altro non sempre del tutto attendibili per quanto riguarda le vincite, dal momento che spesso non compaiono eventuali deal, accordi, modifiche al payout etc.

Insomma Hendon Mob rivendica la propria imparzialità rispetto all'operazione "All in" ma, con un'ultima affermazione di non poco rilievo, precisa che “...ovviamente non intendiamo intentare cause contro le autorità italiane ma se i giocatori dovessero coalizzarsi per combattere le pretese di pagamento di imposte basate su dati che non hanno alcun valore vorremmo aiutarli diffondendone la notizia."

E questo non è poco. La palla adesso passa ai players italiani.

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Nicola Pagano

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