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Intervista esclusiva a Rocco Palumbo: "L'Italia non ci vuole"

Rocco Palumbo

Unico italiano a vincere un titolo del World Poker Tour (Venezia 2013) ed un braccialetto World Series of Poker (Evento #44 nel 2012), Rocco Palumbo ha iniziato alla grande il 2014 conquistando il Triple Crown di PocketFives.com dopo aver vissuto "un anno disastroso"

Il grinder genovese ha vinto nel giro di una settimana in questo gennaio due eventi (#46 e #47) delle Winamax Series of Poker, il $109 NL Hold'em [Turbo] $17.5K garantiti su PokerStars.com ed infine il ricchissimo evento #35 delle MiniFTOPS per una prima moneta da $93,328, dopo aver messo in fila la bellezza di 1.485 giocatori.

PokerNews ha intervistato Rocco Palumbo per discutere dei suoi fantastici risultati, della decisione di lasciare l'Italia per trasferirsi in Slovenia per grindare sulle room .com e delle differenze sostanziali tra poker room .it e .com.

Che effetto fa cominciare l'anno portando a casa un Triple Crown di PocketFives?

La triple crown è una gran soddisfazione, ma venendo da un periodo veramente storto è nulla in confronto alla soddisfazione relativa alla vittoria di per se! Comunque si, l'anno è partito alla grande e aggiungerei finalmente, dopo quasi un anno di sofferenze. C'è da dire che è abbastanza normale, solo che noi italiani siamo abituati a field molto più ristretti e pensiamo sia normale vincere costantemente.

Secondo alcuni rumors, l’evento #35 delle MiniFTOPS non era neppure in programma perché avresti dovuto partecipare alla tappa dell’Italian Poker Tour Nova Gorica. Che è successo?

Per quanto io non apprezzi la formula accumulator, Nova Gorica è comunque a un tiro di schioppo da dove abito ed erano quasi due mesi che non facevo una trasferta; mi pare un'equazione banale, ma la febbre si è messa in mezzo. Ho quindi preferito giocare online, anche se mi sarei potuto presentare per il day 1b. Ma credo di aver fatto un'ottima scelta!

Non per smorzare gli entusiasmi, ma questi importanti risultati arrivano dopo un 2013 che, specialmente a fine anno, non ha portato dei risultati esaltanti. Come hai fatto a trovare la concentrazione giusta per risalire la china e riscrivere il tuo nome lì dove conta davvero?

Purtroppo il 2013, dopo la vittoria al WPT, è stato un vero fallimento. La concentrazione giusta me la impongo, mi piace mettermi sempre sotto al massimo in quello che faccio; a mio parere la maggior parte delle cose o vanno fatte al top o vanno lasciate stare. Magari non ero del miglior umore, magari passavo delle giornate storte e demoralizzato, ma poi al tavolo le cose sono diverse; e comunque studiare e approfondire il proprio gioco aiuta molto a defocalizzare dalla bad run.

Saranno ormai quasi sei mesi che hai deciso di lasciare l’Italia e raggiungere il club de “nomadi” del poker trasferendo la tua residenza in Slovenia. Che, per quanto sia a due passi dall’Italia, comunque non è “casa”. Ti sei mai pentito della tua scelta?

Professionalmente mai, trovo una scelta obbligata quella di migrare; come del resto in tutto il mondo lavorativo, il nostro paese non ci vuole, o comunque ci vuole ma solo per massacrarci. E se volevo farmi mettere i piedi in testa sarei rimasto a lavorare in ufficio nel 2008. Di contro, per altre cose è stata dura: spostarsi, spendere molto per fare tutto, perdere tanti soldi ed in più essere distante dalla tua famiglia e da tuo figlio non è facile.

Quanto è stato difficile spiegare a tua moglie ed a tuo figlio che, per continuare a fare il giocatore di poker, non c’era altra scelta che lasciare il Paese e ricominciare da un’altra parte?

La mia famiglia mi han sempre seguito nel percorso che ho compiuto attraverso gli anni, quindi sono abbastanza consci della cosa. Ora purtroppo non sono proprio vicino a casa, dato che da Genova ci vogliono oltre 6 ore di macchina per arrivare. Ma per fortuna mi vengono spesso a trovare.

Che differenza c'è tra giocare sulle room .com e quelle .it? Cosa ti spinge a non tornare indietro sui tuoi passi?

Beh, diciamo che sono le differenze per cui potresti anche decidere di tornare indietro! Aspirazione, prizepool e agonismo. Sono tutti motivi per cui, volendo, si potrebbe dire che giocare tranquilli e accontenatarsi di prizepool più miti, senza tanto agonismo, potrebbe essere una scelta migliore. Io però voglio giocare per qualcosa di diverso.

Dal punto di vista legislativo, il 2014 è cominciato all’insegna di “incontri multilaterali” e discussioni sulla “liquidità internazionale”. Se un giorno si riuscissero ad accorpare i mercati di Italia e Spagna, pensi basterebbe a far tornare a casa chi ha scelto di andare a giocare all’estero?

E' molto difficile da dire, sopratutto considerando dove generalmente questi mercati regolati vanno a parare, ma la possibilità potrebbe sicuramente esserci. C'è da dire che da cittadino italiano potrei probabilmente giocare anche dalla Slovenia, quindi probabilmente non tornerei in Italia.

Anche se non siamo più all’inizio dell’anno, si può ancora parlare di obiettivi da raggiungere. Ti stai preparando a qualche sfida particolare? Ti sei posto degli obiettivi da raggiungere?

A breve aprirò il mio blog personale, quindi stavo aspettando proprio quel momento per fare il più classico dei post dove parlavo di quanto sia andato male il 2013 e dei miei obbiettivi per il 2014, che ammetto, non ho ancora tirato giù in una classica scaletta. Mi sarebbe piaciuto fare Supernova Elite, ma ammetto che considerando che siamo al 27 gennaio e non ho ancora messo giù un piano di lavoro serio, è una possibilità remota. Probabilmente cercherò di fare meno trasferte ma più intense, quindi EPT-WSOP e simili, e di lavorare molto sul mio gioco online.

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Giovanni Angioni

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