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Lo Strizzacervelli del Poker, Vol. 52: L'Effetto Farfalla

Lo Strizzacervelli del Poker, Vol. 52: L'Effetto Farfalla 0001

La psicologia tenta, almeno in parte, di insegnarci come sbrigarcela quando le situazioni della vita ci pongono degli ostacoli. Ci sono molti modi di affrontare i piccoli problemi della vita. Un modo particolarmente efficace è la prospettiva. Dare al tuo problema il posto giusto nel complesso della nostra vita. Ecco un modo per ottenere questa prospettiva.

Il butterfly effect (l'effetto farfalla) fa da metafora per la vita in un mondo caotico, incontrollabile, ed imprevedibile. Nello specifico, ricorda che gli eventi minimi possono avere degli effetti molto estesi. L'esempio usato più comunemente è di una farfalla il cui insignificante battere di ali in Giappone produce un vento che può causare un uragano in America la settimana successiva.

Qual è il punto?

Le cose che sembrano insignificanti in un luogo posso avere delle enormi conseguenze in un altro. Ecco un esempio concreto. Siamo agli sgoccioli del Day One in un torneo importante, sei pronto per giocare un re-raise con il tuo J-J ma il big stack si muove per primo e va all in. Tu lasci i tuoi J con un muck ed imprechi contro la sorte quando mostra 9-9 ed elimina l'altro partecipante con A-K. Quello era il tuo piatto, poi senti che il big stack aveva fatto lo stesso all'inizio della giornata quando per tre volte ha avuto tris di Assi ed ha battuto coppie di Q o K costruendosi in questo modo il suo stack. È soltanto fortunato ma ora hai a che fare con lui, dato che siede alla tua destra e continua a tentare re-raise in continuazione.

Non è il come gioca che ti urta, è la facilità con cui è riuscito a diventare il big stack con tutti quegli assi. Gli assi sono stati farfalle; l'uragano ora è seduto al tuo tavolo. Rilassati. Hai presente tutti quegli short stacks che hai eliminato per ottenere le tue fiches? Beh, anche loro sono il risultato di qualche butterfly effect.

Qui c'è il mio strumento per riprendersi dalle bad beat, provato nel tempo, che utilizza il linguaggio casuale e caotico del butterfly effect. Lo chiamo il "688/687". Hai appena vinto un torneo di poker da 688 giocatori, ti ammiri mentre conti al Bellagio i soldi ricevuti per il tuo primo posto. Non c'è bisogno di alcun sostegno psicologico qui - congratulazioni. Ora torna lentamente indietro, passi accanto al tavolo finale e vedi che danno il premio in denaro ad un altro giocatore, sei stato eliminato da quel torneo dieci ore fa. Ma ti rendi conto che quel torneo aveva solo 687 partecipanti, il che ha fatto la differenza nel vincere o nel perdere per ognuno dei 687 o 688 giocatori.

L'ultimo iscritto in ogni torneo cambia l'intero evento. Le carte vengono servite differentemente al tuo primo tavolo a causa di un giocatore in più. I tavoli terminano ed i giocatori si dividono più velocemente con più giocatori. I partecipanti sono distribuiti nei posti vuoti all'interno della sala con un ordine differente. Quell'asino non ti ha dato le sue fiches nel torneo da "687" perché è seduto in un tavolo differente. Nell'evento "688", hai vinto quelle fiches e ti hanno fatto evitare quella eliminazione e che ti hanno permesso di continuare a giocare ed eventualmente di vincere.

No, non sto dicendo che è tutta questione di casualità e che la fortuna batte le abilità ai tavoli di poker. Ma io sto sicuramente dicendo che ci sono mani giocate ad altri tavoli che probabilmente hanno un maggior effetto su come giochi poi le tue carte più tardi durante il torneo.

Sai che ci rallegriamo sempre quando un asino arriva al tavolo finale come chip leader, ma dimentichiamo sempre tutti gli altri giocatori che hanno dato le loro fiches perchè noi potessimo essere al tavolo finale per battere questo asino.

Qual è il punto?

Ci sono degli eventi casuali che accadono lontano dal tuo tavolo e che non puoi controllare. Probabilmente hanno più a che fare con chi vince o chi perde rispetto al modo in cui noi stessi giochiamo la partita. Per cui quando ci lamentiamo contro la sfortuna, un mazzo che sembra truccato o altro, la cosa miglior che possiamo fare per la nostra salute mentale è andare via dal tavolo con due pensieri nella testa:

Primo: "7-2 serviti battono una coppia di Assi il 12% delle volte."

Secondo: "Ci sono una sacco di farfalle in Giappone."

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