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Enada e poker live: ancora soltanto "buone intenzioni"...

Enada e poker live: ancora soltanto

Alla Fiera Enada di Rimini, uno degli argomenti più attesi delle tante conferenze in programma, era proprio la situazione del poker live in Italia.

La sensazione, abbastanza netta, è che tutti gli attori potenzialmente interessati a questo business siano fermi al palo. O se non altro alla fase delle "buone intenzioni."

Partiamo dal versante delle istituzioni. A rappresentare i Monopoli di Stato è interventuto Armando Iaccarino, dirigente AAMS, all'interno del dibattito "Gioco irregolare e territorio: aspetti amministrativi, penali e tributari", organizzato da Agimeg.

La posizione dei Monopoli sembra indicare una certa apertura verso il poker live, almeno stando alle parole di Iaccarino che rivelano come AAMS sia in una fase di studio per disciplinare questa realtà, contraddicendo almeno in parte quanto dichiarato a dicembre dal direttore generale Luigi Magistro, e cioè che “...Non ci saranno, né una né mille" regolamentazioni di questo settore.

Tuttavia Iaccarino ha anche prontamente aggiunto che "E' intenzione dei Monopoli controllare tutti i giochi ma la palla non spetta a noi, ma al Governo: attendiamo cosa dirà la nuova amministrazione."

E qui sta il "busillis". Già in passato, con situazioni politiche decisamente più stabili, non si è venuti a capo di una legislazione per questo settore che, vogliamo ribadirlo, ha un numero molto elevato di appassionati e di gestori di circoli che attualmente si muovono nella semi-illegalità.
Figuriamoci adesso, con un paese senza una maggioranza, praticamente spaccato su 3 fronti.

Il Movimento 5 Stelle non sembra essere tra i favorevoli ad un progetto di legalizzazione del poker live. Il PDL non ha mai dimostrato di esserlo (tenuto conto che ha governato per buona parte degli anni in cui il poker live è cresciuto in maniera esponenziale), e di certo non lo sono i suoi alleati della Lega Nord. Il PD forse è l'area dove l'idea di una legislazione potrebbe attecchire più facilmente (non dimentichiamo che fu il governo D'Alema nel 2000 a legalizzare le cosiddette "sale Bingo"), ma anche qui con forti contrasti interni, legati soprattutto alle correnti di matrice cattolica presenti al suo interno.

Ma anche le controparti che dovrebbe rappresentare gli interessi del movimento pokeristico e degli imprenditori che legittimanente vorrebbero potervi investire, segnano il passo.

Da un lato chi può parlare a nome del mondo delle federazioni e dell'associazionismo in generale, come Domenico Tresa di Italian Rounders, non può che ammettere che "...Non c'è mai stato, però, un riconoscimento dei circoli e del movimento. Noi siamo andati a parlare con le autorità politiche e amministrative ma abbiamo trovato forti resistenze e scarsa rappresentatività del movimento.”

Per Italo Marcotti, imprenditore del settore del gioco e vice presidente di Sistema Gioco Italia di Confindustria, invece “come possiamo pensare di normare un gioco quando la politica sta pensando di limitare ancora di più tutto il settore del gaming e quando nei circoli si fa cash game in maniera libera e scellerate? Dobbiamo denunciare chi rovina questo gioco in cui molti hanno interessi ma c'è anche chi gestisce il poker in maniera sana”, come riportato da Gioconews.
Insomma, un po' come dire che non si arriva ad una legge sul poker live, se prima non si bloccano i circoli che violano una legge che non c'è.

Infine anche chi per professione si occupa di legge, come Stefano Sbordoni esperto legale di gaming, è abbastanza scettico sulla situsazione del live. Per Sbordoni il problema principale sta nella definizione di gioco d'azzardo e la sua amara conclusione è che "...non siamo pronti a recepire in maniera corretta fenomeni come il poker. E' questo il punto da mettere in massima evidenza. Non si ravvedono problemi di natura legale affinché non si possa giocare anche se alcuni elementi possono essere forieri di problemi di natura legale. E il regime concessorio per questo business forse non è la modalità corretta.”

A testimonianza del periodo difficile che questo settore sta vivendo, dobbiamo evidenziare come all'Enada di Rimini l'area dedicata agli opeatori del live (organizzatori, produttori di accessori etc) sia andata quasi deserta.

Il futuro del poker live non ci sembra per nulla roseo.

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Nicola Pagano

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