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Il Senato Italiano vota in favore del ban delle pubblicità dei giochi in TV e Radio

Italian Senate

Durante la seduta tenutasi Martedì al Senato della Repubblica a Palazzo Madama, è stato approvato un emendamento controverso che riguarda poker e gioco d'azzardo, in particolare gli annunci pubblicitari su emittenti televisive e radiofoniche.

Introdotto al gruppo da un membro del partito socialista, il senatoreRiccardo Nencini, l'emendamento propone di introdurre un divieto contro la pubblicità dei giochi d'azzardo come misura per combattere il gioco compulsivo.

Inizialmente osteggiato da alcuni membri del governo, l'emendamento è stato approvato soprendentemente con voto unanime, con lo stesso senatore Nencini che ha definito questo voto "una vittoria per il partito socialista".

"[Nonostante] l'iniziale opposizione alla proposta, il governo ha deciso di sostenere la nostra posizione sul divieto ammettendo che stiamo facendo la cosa giusta", ha dichiarato il senatore Nencini, spiegando inoltre che "le misure contro la pubblicità radiofonica e televisiva presentate dal partito socialista sono in linea con i principi europei contro il gioco d'azzardo compulsivo".

L'emendamento, che non fa riferimento alla pubblicità online, è parte di un disegno di legge più ampio che comprende altre misure sul sistema fiscale italiano, nonché nuove norme sulla raccolta nazionale delle scommesse ippiche e delle slot machine, originariamente approvato dalla Camera dei Deputati nel Settembre 2013. Poiché il testo è stato modificato nel corso della sua seconda lettura al Senato, dovrà ora tornare nuovamente alla Camera dei Deputati per una terza lettura.

Se approvato, il divieto entrerebbe in vigore in un momento molto difficile per il settore del poker online italiano, che deve affrontare una grossa crisi dovuta alla mancanza di liquidità di giocatori ed alle tasse imposte sul gioco.

Secondo un rapporto pubblicato da eGaming all'inizio di questa settimana,il Governo Italiano sta inoltre valutando la possibilità di soddisfare le richieste della maggior parte degli operatori legalmente autorizzati ad offrire servizi on line nel Paese e cambiare la base imponibile per il calcolo delle imposte di gioco, passando dal fatturato dell'operatore alle entrate lorde del gioco.

*Foto courtesy of TermometroPolitico.

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Giovanni Angioni

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