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Intervista: Alioscia Oliva l'inizio di un Nuovo Anno

alioscia

Alioscia Oliva è considerato un temibile giocatore di poker, ha ricevuto il premio Awards per i risultati conseguiti nel 2009, per la categoria Heads Up e anche quest'anno concorre allo stesso premio, il suo talento si esprime anche nei live, soprattutto in questa fase finale. Ex sponsorizzato anche Alioscia fa parte dei giocatore che hanno iniziato l'anno liberi da impegni, ma sicuramente molto corteggiato dalle poker room, che non se lo faranno di certo scappare. Lo abbiamo incontrato per conoscere le novità e fare due chiacchiere come si fa con un amico, vista la sua estrema disponibilità.

Sei reduce dalla vittoria del PPT, un buon piazzamento all'IPT (6),un primo posto all'Omaha del Grand prix, un terzo posto sempre nella stessa manifestazione, ma nella specialità Texas Hold'em, insomma dopo un periodo non tanto fortunato, sembra che qualcosa si stia muovendo nella direzione giusta o mi sbaglio?

Considerando la mia trasferta estiva a Las Vegas andata male e visti gli esigui risultati nei tornei live che avevo fatto fino a quel momento pensavo veramente che il 2010 non fosse il mio anno, poi invece da settembre in avanti le cose sono cambiate, 4 ottimi risultati con 3 tavoli di finale televisivi in 3 differenti circuiti di cui uno vinto, più la vittoria nel side event di omaha che non è proprio la mia specialità…. Bhè direi che l’anno si è concluso nel migliore dei modi con dei traguardi non facili da raggiungere.

Commentando l'ultimo IPT sanremese, sei arrivato non male al tavolo finale, 885.000 al quarto posto, poi al rientro dalla pausa cena Brugnera apre a 50.000 e tu va all-in. Lui ci pensa prima di chiamare con coppia di 4; tu hai A-9 a picche ma il board non è minimamente
dalla tua e esci dalla scena è stata sfortuna o hai sbagliato in qualche modo? Se cerchi di ripercorrere le volte che sei uscito ad un tavolo finale, poi sostenere che ci sia un fattore sempre lo stesso che ti porta a non vincere, oppure ogni volta la situazione cambia
ogni volta?

Mi ero seduto con un ottimo stack, quarto con le prime tre posizioni abbastanza vicine, ma ho perso un mega coinflip contro il ragazzo svedese che è poi uscito settimo che mi avrebbe fatto diventare chip leader e mi avrebbe fatto anche eliminare il giocatore in questione. Se avessi vinto quella mano sarebbe stato tutto un altro tavolo di finale per me.

La mano di cui parli tu la rigiocherei esattamente allo stesso modo, lui attaccava dal cut off troppo frequentemente dall’inizio del tavolo di finale, io in quel momento ero intorno alle 400.000 chips e dal bottone ho pensato che avrei potuto vincere un piatto uncontested pari circa ad ¼ del mio stack (50K più SB+ BB +ANTE=92K). Inoltre Il mio stack era perfetto per avere ancora fold equity sul mio avversario. Mi è stato rimproverato dai miei amici che guardavano la finale il fatto che io abbia mostrato un bluff la mano prima e sempre su rilancio di Brugnera. Infatti in quel frangente sono andato all in dallo SB mostrando le mie carte dopo il suo fold (8 e 3 off suited). Ripensandoci direi che il call con 44 al mio all in, che trovo molto discutibile, sia stato dettato dal mio gesto nella mano precedente.
Ricapitolando in quel tavolo di finale ho perso tutti e due i coin flip che sono stato costretto a giocare nelle due mani più importanti per quantitativo di chips in gioco che ho affrontato.

Se non vinci quei colpi non puoi vincere un tavolo di finale.

Senti Alioscia, si parla molto più spesso dei periodi up, delle vincite, della zona a premio, insomma delle cose che vanno bene, ma quali sono gli aspetti veramente negativi di un gioco come il poker? Come si sopravvive e si superano i momenti di down?

L’aspetto negativo del poker è il cosiddetto bad run causato dalla varianza, ovvero un periodo più o meno lungo dove non si riesce ad arrivare a premio, derivante dalla struttura del gioco stesso. Devo dire che una delle mie fortune è quella di giocare prettamente heads up, specialità in cui la varianza è un fattore che incide sulla performance in misura minore rispetto agli MTT, che al contrario risulta essere la disciplina dove la varianza la fa da padrona. Comunque in questi periodi negativi dove non riesci a ottenere quello che ti spetta in relazione alle tue capacità, bisogna cercare di avere una equilibrio mentale perfetto per non cominciare a giocare un poker di serie B e alimentare a nostra volta il bad run. La vita del giocatore di poker professionista è fatto anche di questo, di disciplina e di autocontrollo che devono venir fuori proprio nel momento più difficile della nostra vita lavorativa, ovvero nel momento in cui non riusciamo a vincere.


Un altro anno si è concluso e per te ci sono molte novità sia personali che professionali:diciamo un bel matrimonio con una dolcissima compagna e in campo lavorativo un divorzio forzato con il tuo sponsor. Mi piacerebbe sapere quanto contano le unioni nella tua vita e quanto sia importante per un giocatore essere sponsorizzato.
Quale prevedi sia il tuo futuro?

Eh si, Il 2010 è stato l’anno del mio matrimonio, quale unione è più importante di questa per la vita di un uomo? Avere a fianco una compagna amorevole che capisce e accetta il tuo lavoro ancora molto “border line” è sicuramente una delle mie forze anche come giocatore di poker.

Se il 2010 è l’anno del mio matrimonio, l’inizio del 2011 è il momento in cui termina il mio contratto con 4A senza una proposta di rinnovo da parte loro e non assolutamente per malumori o divergenze o insoddisfazioni nei confronti del mio operato che credo sia stato all’altezza delle loro aspettative, ma piuttosto per un cambio di direzione nelle politiche aziendali della società con la scelta di non investire parte del loro budget in sponsorizzazioni verso giocatori di poker.

Il mio rapporto con 4A si conclude così in un clima sereno senza nessun tipo di rancore. La società mi ha finanziato, seguito, e supportato nei tornei live a cui ho partecipato e non solo, ed ha fatto questo in maniera egregia. Mi dispiace molto non poter continuare ad essere il loro giocatore immagine nei tornei del prossimo anno.
Mi chiedi quanto sia importante essere sponsorizzato? Ti rispondo che La sponsorizzazione è un traguardo importante per ogni giocatore di poker professionista, in quanto offre maggiori possibilità di raggiungere risultati di prestigio aggiungendo un vantaggio su quei giocatori che non sono sponsorizzati e che devono pagare i buy in dei tornei con parte del loro bankroll.

In questo momento non so esattamente quale sarà il mio futuro, qualcuno ha mostrato già interesse nei miei confronti in maniera concreta, ma è ancora troppo presto per sapere quali colori vestirò nel 2011.

In Italia si sta assistendo ad una vera propria schizzofrenia del gioco, mi spiego: da un lato lo Stato incita al gioco, proponendo sempre più possibilità e soprattutto legalizzando il Cash game, dall'altra cerca di imporre pseudo tutele per i giocatori on line, per un gioco consapevole senza incidere in modo definitivo e serio sulla problematica della dipendenza da gioco. tu che ne pensi? hai qualche suggerimento?

L’unico suggerimento che mi viene in mente per aiutare le persone che hanno delle dipendenze da gioco è molto semplice e diretto: quello di eliminare o di rendere estremamente difficile il reperimento dei giochi in denaro che non hanno nulla a che vedere con gli skill game. Non mi stancherò mai di ripetere che i critici del texas holdem, nella loro ignoranza, dimenticano sempre che questo gioco non ha quelle caratteristiche fondamentali che attraggono i ludopatici e i giocatori compulsivi ovvero l’immediatezza e l’estrema semplicità (vedi gratta e vinci). Il poker e tutte le sue varianti sono dei giochi estremamente complessi e per nulla immediati.

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